domenica 18 aprile 2010

Ti ascolto

Ti ascolto, Matteo.
E queste pietre fuori posto riprendono vita.
Questi mattoni infranti si animano.
Questo cemento sgretolato prende vigore.
Questi ferri ritorti tornano nuovi e dritti.
Questi oggetti irrecuperati ritrovano un proprietario.
Ti ascolto.
E 308 anime ti ascoltano con me.
Gli amici troppo solleciti non mi feriscono.
I nemici aridi e sciocchi non mi toccano.
Gli stranieri ottusi tentano di capire il nostro vissuto.
I giornalisti seri raccolgono le nostre vere storie.
Ti ascolto, Matteo,
Ti ascolto spesso.
Quasi sempre.
Perché quando ti ascolto,
Matteo,
io, coniglio, torno aquila.
Aquila, Matteo.
E volo alta, altissima,
Fino lassù, in quel punto indistinto,
lontanissimo, a raggiungere la tua voce
che è già lì,
e mi aspetta.
In quell’altrove che mi salva.

4 commenti:

  1. La "presenza" di Matteo non è sufficiente per attenuare la tua poesia. La tua descrizione della situazione attuale, pezzo dopo pezzo, fa vedere il disastro oggi, e fa rabbrividire. Vola Aquila, vola verso il sole; resta aquila, ché di conigli umani è pieno il mondo. E dobbiamo pure sopportarli, poiché finiti i conigli cominciano le jene.

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  2. Complimenti, bellissima!!.Max

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  3. veramente bella complimenti. la vostra sofferenza è sarà ancora tantissima forse non svanirà mai. Potrà attenuarsi solo col tempo ma sparire purtroppo mai.Ma se una voce può alleviare anche solo per un'istante il dolore che dio la benedica quella voce.

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