giovedì 31 dicembre 2009

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Oggi sono molto triste.
Sono triste perché ieri pomeriggio sono andata a fare un giro nel centro storico della mia città con un amico, perché ho camminato, per raggiungere la Piazza, per corso Federico II, un corso buio come la mezzanotte ed ingabbiato come un uccellino, talmente deserto che i miei passi ed il clik della macchinetta digitale sembravano rumorosi boati, così deprivato delle sue moltissime attività commerciali e professionali da risultare un pietoso monumento a ciò che è stato, tanto ferito ed offeso da far pensare che non guarirà mai più.
Sono triste perché sento in televisione che qui va a gonfie vele, che, per la messa di Natale, la Basilica di Collemaggio è stata completamente restaurata, mentre il realtà è stata completamente puntellata, ed è ben diverso, che siamo tutti sistemati nelle C.A.S.E. e non è così, che L’Aquila torna a volare, mentre invece sta cercando di rialzarsi e fa fatica.
Sono triste perché mi rendo conto che chi non vive qui non potrà mai capire tutto questo e, se ci lamentiamo, ci bollerà come una massa di ingrati. Anzi già lo fa.
Sono triste perché molti visi non li rivedrò più, perché mi accorgo che siamo traumatizzati a vita, dal momento che, spesso, ci troviamo a parlare di quella notte e, ogni volta, affiorano alla memoria ed alle labbra, sempre maggiori e dettagliati particolari, che non dimenticheremo mai. Uno su tutti, il rumore precedente alla scossa, la voce della terra che non auguro a nessuno di sentire nella vita. Lo porteremo sempre nelle orecchie
Sono triste perché, anche se mi accadono cose belle, non riesco a gioire.
Ma la cosa che mi rende più triste è che quest’anno nero sta scivolando via ed io neanche spero che il prossimo sia migliore.

Buon anno a tutti voi.

giovedì 24 dicembre 2009

Buon Natale

Buon Natale a Valentina, Noemi, Nadia, Claudia, Fabrizia, Matteo, Davide, Daniela, Alessandra, Vincenzo, Riccardo, Sara, Lorenzo, Loris, Valbona, Dante, Annamaria, Simona, Suor Lucia, Claudio, Domenico, Maria Paola e a tutti gli altri che dal terremoto sono stati sconfitti.
Buon Natale ai loro familiari e parenti, sempre più curvi sotto il peso dell’assenza ingiusta e del destino che non perdona.
Buon Natale agli albergatori della costa che ci hanno ospitato e, chi più, chi meno, hanno cercato di rendere meno pesante la lontananza dalle nostre case.
Buon Natale ai ristoratori aquilani, a quelli che si sono prodigati in tutti i modi, ma soprattutto a quelli che in questi giorni chiudono strafottendosene degli sfollati che sono da loro e che non sanno dove andare a passare le feste. A loro uno splendido Natale.
Buon Natale a Massimo, che, pur tra mille errori, sta cercando di fare tutto quello che può per questa città.
Buon Natale a Biagio, che, se c’era lui, i cazzi, per noi, erano molto, ma molto più amari.
Buon Natale a Stefania, che, tutto sommato, non è male.
Buon Natale a Guido, che resta un altro po’, sperando che questa proroga sia un bene e non un male.
Buon Natale a Silvio, che sa usare bene, benissimo, i mezzi di comunicazione.
Buon Natale ai volontari della Protezione Civile, dell’Esercito, della Croce Rossa e di quella Bianca, di tutte le associazioni che ci hanno aiutati in ogni modo.
Buon Natale a coloro che, dalle pagine dei giornali online, dei blog, nei bar, negli uffici, nei negozi, non fanno altro che criticare l’operato di chi ha posti di responsabilità in questo caos totale, senza fare proposte alternative e che sono soprattutto aquilani.
Buon Natale ai commerciati, ai liberi professionisti, ai negozianti che, dopo aver perso le loro attività, si sono rimboccati le maniche ed hanno ricominciato da capo, da un’altra parte.
Buon Natale a medici ed infermieri, che hanno lavorato mille volte in più, tra mille difficoltà in più.
Buon Natale agli affittuari onesti, ed un Natale ancora migliore a quelli che hanno affittato appartamenti, ai propri concittadini senza più un tetto, agli stessi prezzi di un attico in Piazza di Spagna.
Buon Natale ai monumenti ingabbiati, scoperchiati, mutilati, inginocchiati, tramortiti, deturpati, esposti agli sguardi amorevoli di chi li ha sempre vissuti, ma anche, purtroppo, a quelli curiosi e viscidi dei “turisti della tragedia”.
Buon Natale alla mia casa che ancora ha la forza di reggersi in piedi.
Buon Natale ai miei amici lombardi, pugliesi, laziali, veneti, toscani che, pur da lontano, sanno starmi vicino e ai lettori del blog, che passano spesso a farmi un saluto.
Buon Natale ai miei amici di sempre, che vivono, come me, questa assurda situazione.
Buon Natale a tutti gli Aquilani, nelle C.A.S.E., nei M.A.P, nei camper, negli alberghi in città e nella costa, nei residence, nelle stanze delle caserme e della Guardia di Finanza, che hanno la forza, il coraggio e la voglia di continuare a vivere e a sperare.
Ma che il Natale migliore sia per i Vigili del Fuoco e non credo che ci sia bisogno che io ne spieghi i motivi.

mercoledì 23 dicembre 2009

Coniglio in città

Questa mia città ha su di me un effetto stranissimo e straniante.
E’ difficile da spiegare.
Da quando sono tornata, non ho fatto altro che girare in tondo intorno ad un centro che non c’è più, cercare luoghi stravolti, negozi, uffici e servizi che hanno aperto da un’altra parte, trovare piccoli segnali di una cittadinanza che non si arrende, ma che fa fatica a non farlo.
Tutti sono tenuti in piedi e trasportati dall’amore per L’Aquila, per quello che era e per quello che si vuole che torni ad essere.
Il Natale è anche qui, nonostante gli oltre 300 aquilani in meno, anzi, forse proprio in loro memoria, nelle sobrie luci dei centri commerciali, nei delicati addobbi per le strade percorribili, nei piccoli abeti decorati che si intravedono leggeri dietro le finestre di queste C.A.S.E. tutte uguali, ma ciascuna riempita di oggetti personali recuperati dalla vecchia vita, da quelle abitazioni piegate e sofferenti, con l’aiuto degli angeli in divisa, che spesso hanno rischiato tanto per vitali minuzie, cariche esclusivamente di valore affettivo, consegnate con gentilezza e sorrisi.
Sono io che guardo tutto con occhi e cuore diversi.
Proprio io, che ho amato questa città in maniera viscerale, che mi sono incazzata come una bestia rispondendo, in maniera a volte anche inurbana, a chiunque si è azzardato a parlarne male in mia presenza, che ne ho girato i vicoli in lungo e largo, che ho inspirato la sua aria fresca e pulita a pieni polmoni, che ho bevuto, dalle sue fontane, l’acqua più buona, che ne ho conosciuto ed apprezzato l’arte e la cultura, che ho preso il patentino di guida turistica e, spesso, ho portato in giro per il centro turisti ammirati dai mille monumenti e dalle storie e leggende ad essi legate (tante volte mi sono sentita dire: “Non pensavo che questa città fosse così bella”), che ho regalato ai miei amici lontani, prodotti tipici della mia terra, per fargli provare qualcosa di buono, ma buono per davvero, che mi sono sempre sentita “cittadina del mondo”, ma sempre, profondamente aquilana, pur avendo origini non aquilane, io, proprio io, coniglio in città, ora ho voglia di scappare via.

lunedì 7 dicembre 2009

Vorrei scrivere più spesso

Vorrei scrivere più spesso, perchè il blog mi aiuta ad alleggerire questa situazione a dir poco difficoltosa e a tirare fuori, a volte, quell'ironia che salva la vita.
Ma non c'è tempo, che passa vorticoso tra mille piccole e grandi incombenze, sospeso tra lo straniamento di trovarsi a metà tra due città. Anzi, tra tre, quella dove sono nata e sempre vissuta, prima che il tremendo tremito della terra mi costringesse a trovare rifugio altrove, quella che, per caso o destino, per tanti mesi mi ha ospitato e della quale ho iniziato a conoscere luoghi, colori, odori e persone e quella dove sono tornata, che è lei e, nello stesso tempo non lo è più, perchè è diversa e la confondo con il ricordo di come era prima.
E' tutto da imparare da capo, tutto da ritrovare.
Vorrei scrivere più spesso, e lo farò.
Per ora dico solo che non sono più un coniglio sulla costa, ma un coniglio ingabbiato in una delle abitazioni di uno dei quartieri del "Progetto C.A.S.E." che, tuttavia, non deve più sbattersi sull'autobus Pescara-L'Aquila all'alba, perchè può concedersi il lusso di rimaner soltanto intrappolato nel traffico diretto nella zona dove sono stati trasferiti cento uffici pubblici, tutti da scoprire e può, stasera, sedersi, purtroppo non nello storico teatro (che ha subito gravi danni), a vedere il primo spettacolo della stagione teatrale aquilana, organizzata in luoghi di fortuna, con più amore e tenacia degli altri anni, non solo con i suoi occhi, ma anche con quelli di tutti coloro che, presenti in platea e palchetti nelle precedenti stagioni, quest'anno, non potranno esserci e che non sono più con noi da otto lunghi ed ingiusti mesi.