giovedì 11 marzo 2010

Destra/Sinistra

Tutti noi ce la prendiamo con la storia
ma io dico che la colpa è nostra
è evidente che la gente è poco seria
quando parla di sinistra o destra.

Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...

Ringraziare a capo chino è di destra
protestare invece è di sinistra,
la bandiera sventolata è di destra,
una carriola, però, è di sinistra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Una bella riunione è di destra,
spalare le macerie è di sinistra.
I tg che fanno oggi son di destra,
se li tolgon sono di sinistra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Le scarpette da ginnastica o da tennis
hanno ancora un gusto un po’ di destra,
ma portarle antinfortunio col caschetto
è da Aquilani, più che di sinistra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...

Le casette uguali che sono un segno di sinistra
con gli appalti milionari vanno verso destra,
il pedaggio autostradale è di sinistra
i prezzi sono un po' di destra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
I pulman son quasi sempre di sinistra
l’automobile è più che mai di destra
la pisciata in compagnia è di sinistra
il cesso è sempre in fondo a destra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Considerare Bertolaso eroe nazionale
è evidente che sia un po' di destra,
mentre dire che è un uomo che fa il suo lavoro
è razionale più che sinistra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...

L'ideologia, l'ideologia
malgrado tutto credo ancora che ci sia
è la passione, l'ossessione
della tua diversità
che al momento dove è andata non si sa
dove non si sa, dove non si sa.

Io direi che spintonare è di destra,
interrompere chi parla è di sinistra,
se incolpare qualcun altro è di destra,
non far nulla è ancora di sinistra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Il manifestare in piazza è di sinistra
ora è buono anche per la destra,
non si sa se la fortuna sia di destral,
a sfiga è sempre di sinistra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
L’espressione un po’ arcigna e accigliata
è un antico viso di sinistra,
il sorriso a mille denti, un po’ forzato
è da paraculi più che di destra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...

L'ideologia, l'ideologia
malgrado tutto credo ancora che ci sia
è il continuare ad affermare
un pensiero e il suo perché
con la scusa di un contrasto che non c'è
se c'è chissà dov'è, se c'é chissà dov'é.

Tutti noi ce la prendiamo con la storia
ma io dico che la colpa è nostra
è evidente che la gente è poco seria
quando parla di sinistra o destra.
O di un terremoto che non ha addosso
simboli di partito di qualunque sorta,
perché è chiaro che ha colpito tutti,
non soltanto a sinistra o a destra…

Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...

Destra-sinistra
Destra-sinistra
Destra-sinistra
Destra-sinistra
Destra-sinistra
Basta!

(grazie al signor G. che aveva capito tutto e prima di tutti)

venerdì 5 marzo 2010

Speriamo...

Domani pomeriggio, 6 marzo, ad 11 mesi esatti dal sisma, ci sarà una manifestazione in memoria delle 308 vittime.

Una fiaccolata attraverserà tutto il centro cittadino percorrobile, partendo dalla Fontana Luminosa, fino ad arrivare alla Basilica di Collemaggio, uno dei più bei monumenti dell'Aquila, ferito, puntellato, ma con la sua favolosa facciata bianca e rosa ancora intatta, ma coperta da impalcature.

Chi vive qui sa che meravigliosi riflessi si potevano osservare nei vari momenti della giornata e dell'anno.

Sarà una manifestazione mesta, alla quale parteciparà anche la sorella di Paolo Borsellino ed i parenti dei giovani universitari che, da altri luoghi, avevano scelto la nostra città per proseguire i loro studi.

Sarà una manifestazione silenziosa, per dire a chi ci ha lasciato che L'Aquila è un pò più vuota, senza di loro, ma che non li dimenticheremo mai. Sarebbe impossibile farlo.

Sarà una manifestazione che io personalmente dedicherò a tutti, ma in particolare a Noemi, Nadia, Riccardo, Vincenzo, Fabrizia, Claudia, Valentina, Matteo, Davide, Daniela, Simona, miei vicini di casa, amici del mio quartiere, conoscenze di una vita.

Sarà una manifestazione dolorosa.

Spero che nessuno dica che i nostri morti sono di sinistra, di destra, pro o contro il governo.

Spero che nessuno li strumentalizzi. Sono i nostri defunti e non devono essete toccati.

lunedì 1 marzo 2010

Ora basta!

Ora basta!
Rompo il silenzio di questi giorni passati a coccolare ed accudire la mia città, a rientrare a casa mia (sottolineo casa, non C.A.S.A.) insieme ai vigili a prendere altri effetti personali e colpi al cuore nel vederla sempre più devastata, a cercare di capire cosa ne sarà di noi giovani, del nostro lavoro, già precario prima del sisma, ma ora traballante più del palazzi del centro storico.
Rompo il silenzio, in conseguenza della rottura di altro, per la precisione di globi, metaforici e non, posizionati nelle parti basse del corpo umano maschile.
Sono tre domeniche che manifestiamo. Che ci riuniamo in piazza, o meglio nella parte agibile di essa, per farci sentire, per far presente che ci sono ancora molti, moltissimi problemi e che ci stiamo dando da fare, concretamente, per cercare di risolverli.
Sono tre settimane che, in seguito a ciò, veniamo offesi pesantemente in commenti su vari siti che riportano articoli su quello che facciamo la domenica.
Cosa ci dicono?
COMUNISTI INGRATI, VERGOGNATEVI, FATE SCHIFO.
Chiediamo giustizia per le nostre vittime, uccise dal terremoto e probabilmente ammazzate a colpi di processo breve una seconda volta, e cosa ci dicono?
COMUNISTI INGRATI, VERGOGNATEVI, FATE SCHIFO.
Chiediamo trasparenza per i fondi che sono stati mandati da tutta Italia per l’emergenza, perché i conti, francamente, non ci tornano e cosa ci dicono?
COMUNISTI INGRATI, VERGOGNATEVI, FATE SCHIFO.
Vogliamo tornare nel centro storico, consci che ci vorrà tanto, tantissimo tempo, ma consapevoli, altresì, che se mai si comincia, mai si finirà, e per far questo siamo disposti a togliere noi le macerie, visto che nessuno lo fa, e cosa ci dicono?
COMUNISTI INGRATI, VERGOGNATEVI, FATE SCHIFO.

Comincio a pensare ad una grave carenza di vocaboli e di argomentazioni.
O ad una mancanza di tatto e di intelletto da parte di chi non sa neanche dove si trovi L’Aquila.
Ora basta.

Basta, perché a manifestare non c’erano comunisti, né fascisti, né esponenti del Partito dell’amore, né di quello democratico.
C’erano CITTADINI, di tutti i colori politici e, quindi, di nessuno, di ogni età ed estrazione sociale, del centro e della periferia.
CITTADINI esasperati da 11 mesi di agonia.

E va bene, ci hanno dato le C.A.S.E.
Grazie delle C.A.S.E., ma chi ci insulta è convinto che le nostre manifestazioni siano un’offesa personale al generosissimo premier, che tanto ci ha dato.
Non è così.
E non riusciamo a farci capire.

Non siamo degli ingrati, siamo Aquilani che vogliono tornare nella loro città, che continua a cadere a pezzi, ad essere buia ed abbandonata, ricoperta di macerie. Cosa c’è di strano nel cercare di farla ricominciare a vivere?

In queste domeniche non ho visto nessuna bandiera di partito. NESSUNA.
Sono stanca di essere strumentalizzata e, cazzo, NON SONO COMUNISTA.
Vorrei tanto sapere se i cittadini di Firenze, Bologna, Genova, Padova, Milano, Palermo, Lecce, Cagliari, non avrebbero fatto quello che abbiamo fatto noi, in maniera civile, educata e pacifica.

In questi giorni ho letto parole pesanti: “Ma questi che vogliono, gli hanno dato tutto, ma non rompessero, mica possono avere tutto e subito, stanno tutti belli sistemati nelle case, con la città ricostruita, che altro gli serve, ma io li rimetterei nelle tende, abruzzesi schifosi ho pure mandato un euro con l’sms…”

Ecco, a tutti coloro che hanno commentato vorrei dire soltanto che siamo esasperati. Dalla disinformazione, dalla stanchezza, dallo stress, dai chilometri macinati da e verso la costa, dai continui lutti di persone anziane morte letteralmente di dolore e di cui non si parla mai, dalle macerie ovunque, dalla perdita di luoghi, tempi, persone ed amicizie, dalla paura delle scosse che continuano a tormentarci, dalla chiusura di aziende e fabbriche che scappano via, lasciando una scia di disoccupati.

Per questo, visto che chi offende ed insulta non conosce la situazione, chiedo solo silenzio e rispetto. Del nostro dolore, delle nostre lacrime, dei nostri disagi, della nostra sofferenza. Ma anche della nostra voglia di ricominciare e di ricostruire, ma sul serio.