lunedì 1 marzo 2010

Ora basta!

Ora basta!
Rompo il silenzio di questi giorni passati a coccolare ed accudire la mia città, a rientrare a casa mia (sottolineo casa, non C.A.S.A.) insieme ai vigili a prendere altri effetti personali e colpi al cuore nel vederla sempre più devastata, a cercare di capire cosa ne sarà di noi giovani, del nostro lavoro, già precario prima del sisma, ma ora traballante più del palazzi del centro storico.
Rompo il silenzio, in conseguenza della rottura di altro, per la precisione di globi, metaforici e non, posizionati nelle parti basse del corpo umano maschile.
Sono tre domeniche che manifestiamo. Che ci riuniamo in piazza, o meglio nella parte agibile di essa, per farci sentire, per far presente che ci sono ancora molti, moltissimi problemi e che ci stiamo dando da fare, concretamente, per cercare di risolverli.
Sono tre settimane che, in seguito a ciò, veniamo offesi pesantemente in commenti su vari siti che riportano articoli su quello che facciamo la domenica.
Cosa ci dicono?
COMUNISTI INGRATI, VERGOGNATEVI, FATE SCHIFO.
Chiediamo giustizia per le nostre vittime, uccise dal terremoto e probabilmente ammazzate a colpi di processo breve una seconda volta, e cosa ci dicono?
COMUNISTI INGRATI, VERGOGNATEVI, FATE SCHIFO.
Chiediamo trasparenza per i fondi che sono stati mandati da tutta Italia per l’emergenza, perché i conti, francamente, non ci tornano e cosa ci dicono?
COMUNISTI INGRATI, VERGOGNATEVI, FATE SCHIFO.
Vogliamo tornare nel centro storico, consci che ci vorrà tanto, tantissimo tempo, ma consapevoli, altresì, che se mai si comincia, mai si finirà, e per far questo siamo disposti a togliere noi le macerie, visto che nessuno lo fa, e cosa ci dicono?
COMUNISTI INGRATI, VERGOGNATEVI, FATE SCHIFO.

Comincio a pensare ad una grave carenza di vocaboli e di argomentazioni.
O ad una mancanza di tatto e di intelletto da parte di chi non sa neanche dove si trovi L’Aquila.
Ora basta.

Basta, perché a manifestare non c’erano comunisti, né fascisti, né esponenti del Partito dell’amore, né di quello democratico.
C’erano CITTADINI, di tutti i colori politici e, quindi, di nessuno, di ogni età ed estrazione sociale, del centro e della periferia.
CITTADINI esasperati da 11 mesi di agonia.

E va bene, ci hanno dato le C.A.S.E.
Grazie delle C.A.S.E., ma chi ci insulta è convinto che le nostre manifestazioni siano un’offesa personale al generosissimo premier, che tanto ci ha dato.
Non è così.
E non riusciamo a farci capire.

Non siamo degli ingrati, siamo Aquilani che vogliono tornare nella loro città, che continua a cadere a pezzi, ad essere buia ed abbandonata, ricoperta di macerie. Cosa c’è di strano nel cercare di farla ricominciare a vivere?

In queste domeniche non ho visto nessuna bandiera di partito. NESSUNA.
Sono stanca di essere strumentalizzata e, cazzo, NON SONO COMUNISTA.
Vorrei tanto sapere se i cittadini di Firenze, Bologna, Genova, Padova, Milano, Palermo, Lecce, Cagliari, non avrebbero fatto quello che abbiamo fatto noi, in maniera civile, educata e pacifica.

In questi giorni ho letto parole pesanti: “Ma questi che vogliono, gli hanno dato tutto, ma non rompessero, mica possono avere tutto e subito, stanno tutti belli sistemati nelle case, con la città ricostruita, che altro gli serve, ma io li rimetterei nelle tende, abruzzesi schifosi ho pure mandato un euro con l’sms…”

Ecco, a tutti coloro che hanno commentato vorrei dire soltanto che siamo esasperati. Dalla disinformazione, dalla stanchezza, dallo stress, dai chilometri macinati da e verso la costa, dai continui lutti di persone anziane morte letteralmente di dolore e di cui non si parla mai, dalle macerie ovunque, dalla perdita di luoghi, tempi, persone ed amicizie, dalla paura delle scosse che continuano a tormentarci, dalla chiusura di aziende e fabbriche che scappano via, lasciando una scia di disoccupati.

Per questo, visto che chi offende ed insulta non conosce la situazione, chiedo solo silenzio e rispetto. Del nostro dolore, delle nostre lacrime, dei nostri disagi, della nostra sofferenza. Ma anche della nostra voglia di ricominciare e di ricostruire, ma sul serio.

9 commenti:

  1. Coniglio
    sai bene che siete stati usati per un enorme, vergognoso e incredibile spot elettorale.
    Come dici tu, è vero che vi hanno dato un tetto sotto cui stare (e comunque non è poco), ma non perchè si volesse fare fare qualcoa per te e la tua gente, ma bensì perchè serviva nascondere e giustificare un enorme spreco di denaro pubblico (solo poi sono venuti a galla i veri motivi per cui il G8 non si è tenuto più in Sardegna).
    Non hanno davvero nessun pudore.

    Riprendetevi la vostra città.

    Fatelo senza aspettarvi alcun aiuto.

    Neanche solidarietà, soprattutto da chi fa finta di non vedere e di non sentire.

    RispondiElimina
  2. Sì Itsas, lo so benissimo. Quello che mi dispiace è che i commentatori poco gentili credono che organizzarci per riprenderci la nostra città equivalga a disprezzare quanto fino ad ora è stato fatto.
    Invece sono due cose ben distinte.
    Ma niente, da quell'orecchio non ci sentono.
    Infatti noi andiamo avanti, anche perchè sappiamo di non essere ingrati e di essere pieni di voglia di fare e di lavorare.
    E meno male che c'è ancora qualcuno capace di ragionare.. Quasi quasi ricomincio a sperare!

    RispondiElimina
  3. Con L'Aquila hanno fatto come con la spazzatura in Campania. Basta smettere di parlarne e il problema è risolto.

    RispondiElimina
  4. Eh, Prof, come al solito siamo sulla stessa lubnghezza d'onda...

    RispondiElimina
  5. Nemmeno io sono "comunista" o se lo sono non so di esserlo.

    So solo che quando lo dicono a qualcuno si accende una luce, ed è come cercare sotto l'arcobaleno: si trova sempre una pentola d'oro.

    con affetto, lorenzo

    RispondiElimina
  6. Sembra davvero di combattere contro i mulini a vento...
    Non so che dire. Tenete duro...

    RispondiElimina
  7. @Lorenzo: eh sì, per tutte le volte che ce lo hanno detto, le pentole d'oro ci sarebbero bastate per ricostruire la città e, con il resto mandare aiuti ad Haiti e nel Cile!

    @Laprof: sì mulini a vento con "pale" che girano vorticosamente...
    Seguo sempre il tuo blog e ti faccio i miei complimenti!

    RispondiElimina
  8. Pietrangius@interfree.it
    Cara coniglio, la miseria si divide in tante branche: economica, di salute, di princìpi ecc. La peggior miseria è quella mentale, quella che consente di definire MISERABILE chi la detiene. Per le forme precedenti, il tempo, un po' di fortuna, la cognizione temporale, possono essere rimosse. Quella mentale non si può estirpare, tanto è radicata. Quelle bestie di cui parli sono nati MISERABILI, vivono da MISERABILI, moriranno da MISERABILI. E che Dio li riceva da MISERABILI, affinché restino tali in eterno. I tuoi post sono per me fonte di angoscia, da quel "Ridevano", che ancora oggi mi strappa maledizioni elevate a potenza, in poi. Non sempre trovo le parole per dire a te e a tutti la solidarietà totale, ma essa c'è. E, ancora una volta, che Dio stramaledica quelli che ridevano e quelli, i MISERABILI, che sui morti e sulla distruzione hanno speculato in modo vergognoso; e che oggi continuano a farlo sui vivi cercando di farli diventare carne da macello politica. Forza!!! Pietro Angius

    RispondiElimina
  9. Pietro, sante, santissime parole.
    Sono felice di poter leggere commenti di persone che riescono a vedere oltre quello che viene propinato ed edulcorato dalla televisione.
    Grazie per la tua solidarietà e per i tuoi pensieri, che condivido. La miseria morale dilaga ovunque, ma resto fiduciosa nel genere umanano, leggendo quello che scrivete qui.

    RispondiElimina