sabato 8 agosto 2009

Riunione di condominio

Ho udito cose che voi umani….

E’ vero, la riunione di condomino è una delle attività più pallose a cui un essere umano può prendere parte, ma partecipare alla riunione di condominio per la ricostruzione post-sismica, è qualcosa di non immaginabile, se non la si è vissuta di persona.

A parte il fatto che non abbiamo più un luogo per incontrarci, quindi ieri c’erano le 16 famiglie del mio palazzo sedute ai tavolini all’aperto di un locale, ma questo era il disagio minimo.
Mi sono accorta, dal tono dei discorsi, che diverse persone, ed alcune in maniera eclatante, non si sono rese conto di quello che è successo.
Sono arrivata con qualche minuto di ritardo e le mie orecchie hanno sentito argomenti tali che, se avessero potuto, si sarebbero staccate dalla testa per scappare il più lontano possibile.
La signora del piano terra, che non ha, palesamente, il QI della Montalcini, poneva a quella del secondo piano (ATTENZIONE ATTENZIONE) il seguente quesito:

-Senta, ma noi a gennaio abbiamo pagato la quota condominiale di tutto il 2009; visto che da aprile non abitiamo più lì, non è che si potrebbe scalcolare ed avere indietro il resto dell’annualità?

Ho fatto un rapido calcolo: STIAMO PARLANDO DI 55 EURO!
Abbiamo la casa pericolante, probabilmente su un terreno di risulta, di conseguenza c’è la possibilità che venga abbattuta e non più ricostruita sullo stesso sito, quindi, oltre a tutta una serie di enormi difficoltà da superare, ad esempio un trasloco, per dire, c’è praticamente da gridare al miracolo e andare a piedi nudi fino a Santiago de Compostela per il fatto che quella notte ha retto e ci ha permesso di uscire illesi, E LA SIGNORA VUOLE INDIETRO 55 EURO????!!!!!!!
MA GLIELI DO IO, PURCHE’ TACCIA!

E questo è stato solo l’inizio. C’erano da discutere dei punti all’ordine del giorno, nero su bianco sulla convocazione, piuttosto, come dire… pregnanti, come ad esempio la nomina di un amministratore esterno, dei tecnici per il rilievo strutturale e geologico, robetta così, insomma..
E’ stato a quel punto che l’Avvocato del terzo piano, già tignoso, limitato e rompiballe prima del sisma, ci ha dimostrato che non c’è mai limite al peggio.

Perché, di fronte alla proposta di un esterno che avrebbe amministrato il condominio, prendendosi, sì, un compenso (irrisorio, poiché diviso tra tutti), ma assumendosi al contempo tutti gli oneri non indifferenti che sottendono alla drammatica situazione (e che non sto qui ad elencare, dal momento che sono tanti e tali che al solo pensiero, scendono calde lacrime di fatica e sopraffazione), la sua domanda è stata: “Ma lo dobbiamo pagare noi?”
AVVOCATO, chi altri, sennò?

Ma l’apoteosi della pochezza umana di quest’uomo c’è stata al momento della scelta della squadra di tecnici che dovrebbero verificare lo stato del sottosuolo su cui poggia l’edificio in cui abitavamo ed i danni strutturali che ha subito, per vedere il da farsi, di nuovo la sua vocina stridula si è levata sopra le altre:
-Sì va bene, ma tutte queste spese chi le paga?
AVVOCATO, queste spese rientrano nella ricostruzione, saranno rimborsate al 100% dallo stato!
-E chi lo dice?
AVVOCATO, il Decreto Abruzzo
-No, no questo lo dice lei!
AVVOCATO, lo dico io dopo aver letto il Decreto, cosa che a quanto pare lei non ha fatto!
-Secondo lei ho tempo per stare a leggere tutte queste carte?
AVVOCATO, lei non esercita la professione da tempo immemorabile, ha oltre 80 anni, COSA CAZZO HA DA FARE TUTTO IL GIORNO, TUTTI I GIORNI, PER NON AVERE TEMPO DI LEGGERE UN DECRETO CHE, TRA L’ALTRO, LA RIGUARDA PIUTTOSTO DA VICINO, MI PARE?!
Ma poi, scusi, vuole risparmiare sulla sicurezza della sua casa quando nella nostra strada, a pochi metri, ci sono stati del palazzi crollati, con 14 morti seppelliti dalle macerie? Le pare luogo e tempo di fare braccino corto, su cifre che, oltretutto, non caccerà lei?
-Senta, i morti ci sono stati al numero 21, noi siamo al numero 3!
AVVOCATO, sono tramortita dalla sua sensibilità……….
-Inoltre, il mio appartamento non ha subito danni. E’ intatto.
AVVOCATO, allora può staccarlo dal resto dell’edificio e andarsene affanculo con esso, francamente e con tutto il rispetto.

Ecco, questo è stato il tenore della riunione, escluse le scurrilità, che ho solo pensato e con me tutti gli altri condomini (ci metto la mano sul fuoco), ma non ho detto (e neanche loro) per una forma di buon gusto e buon senso innata.
In realtà, se fossimo stati meno urbani, a turno, lo avremmo preso a pesanti, sonori e ripetuti calci nel culo. Più democraticamente lo abbiamo messo in minoranza (lui e la signora che voleva indietro i 55 euro, che, avendo lo stesso stretto e morboso legame con il vil denaro, vanno molto d’accordo).

Tuttavia, dopo tre ore e mezzo (ripeto, TRE ORE E MEZZO) di riunione, pensate voi che siamo riusciti ad approdare a qualcosa?

Domanda retorica con risposta negativa: no, non abbiamo risolto un emerito e beneamato.
In compenso ci vediamo il 21, stessa ora, stesso posto e, purtroppo, stessi rompiballe.

Vivo nell’attesa.

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