venerdì 11 giugno 2010

La perla e il pirla

Potrei parlare di come la “zona franca urbana”, data per certa sotto elezioni provinciali dal centro-destra e che tanto avrebbe aiutano l’economia della nostra città e dei comuni del cratere a risollevarsi, sia stata tramutata, complice Giulio con la sua manovra finanziaria, in “zona a burocrazia zero”, con la quale, per dirla con eleganza, ci puliamo quell’orofizio che è volgare nominare, ma non voglio farmi amaro quel poco di sangue pulito che mi resta.

Ed anche perché, in tutta franchezza, ho una meravigliosa perla dell’Avvocato, buttata lì, con nonchalance, nell’ultima riunione condominiale della lunga e tediosa serie…
Premesso che va presentato in Comune, per tutti i palazzi privati, ed in particolare per quelli più danneggiati, i famosi edifici E, il progetto di ristrutturazione e quello, ove necessario, di demolizione e ricostruzione ex novo, in modo che lo Stato possa decidere, sulla base di prove e di confronti costi-lavoro, quale dei due adottare, premesso che il nostro palazzo sta come sta e già l’ho descritto in altri post, lui si alza in piedi, chiede la parola e:

“Scusate, ma io non capisco tutte queste complicazioni.. Tra l’altro, il mio appartamento non ha subito assolutamente nessun danno. Se si riparano le due rampe di scale per accedervi, io ci torno a vivere tranquillamente anche subito!”

Affermazione da far cadere dalle sedie noi, l’amministratore e soprattutto lo staff tecnico, emotivamente, psicologicamente e fisicamente provato da queste riunioni…


Comunque, per i più curiosi, riporto uno stralcio di un comunicato stampa dell’On. Lolli che spiega, in parole povere, in cosa consiste la “zona a burocrazia zero”:
“L’articolo 43 della manovra finanziaria in discussione al Senato prevede il totale snaturamento della Zona Franca Urbana. Cambia il nome e conseguentemente lo scopo della norma, non più Zona Franca ma zona “a burocrazia zero”. Non ci sono più sgravi fiscali e sgravi contributivi per 5 anni, come era previsto dalla legge voluta da Romano Prodi, ma solo un iter facilitato dal punto di vista procedurale per chi vuole aprire una nuova attività. La norma precisa che le risorse stanziate, nel caso de l’Aquila 45 milioni di euro in tutto, sono nelle disponibilità del Sindaco per elargirle ad eventuali aperture di nuove attività .Quindi, per capirci, non si prevede più un vantaggio fiscale automatico per più anni ma un aiuto discrezionale nelle competenze del Sindaco fino ad esaurimento dei 45 milioni di euro stanziati.”

4 commenti:

  1. se non ricordo male, anche prima del terremoto c'era chi diceva che in fondo in fondo non c'era nessun pericolo... e poi... quasi quasi io a quell'avvocato lì ce lo manderei a dormire in quel palazzo...

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  2. Anch'io. Mandatecelo a collaudare il tutto. Subito.
    Insieme a Tremonti, ovvio.

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  3. Senza aggiustargli le scale, ovviamente.
    E con lui, non solo Tremonti, ma tutto il consiglio dei ministri, compreso l'indotto dei sottosegretari, portaborse, body-guard e via dicendo.
    Hai presente Sansone? Col loro peso, non ci sarebbe bisogno di altre scosse, il "tempio" crollerebbe, e nelle sue macerie finirebbe sepolta la parte più marcia di questo paese.

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  4. Eh già! Io ce lo manderei volentieri!
    Non solo a collaudare il palazzo senza ristrutturarlo, così, tanto per vedere fino a che punto regge, visto che continuano a fare scosse, ma anche aff...lo.. Insieme a tutte quelle belle persone che avete nominato voi ;-)

    @La prof: potrebbe capitare, quanto meno te lo aspetti, così, ex abrupto, che mi torni in mente qualche altra frase celebre del Calesse... Perchè ne ha dette altre, anche dopo il terremoto! Tieniti pronta..

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