sabato 19 settembre 2009

L'asta

Anche quest’anno ho partecipato all’asta delle supplenze indetta dal provveditore, quella, per intenderci, a cui partecipano tutti gli insegnanti non in ruolo, i precari.
In genere si svolge negli ultimi giorni di agosto, di modo che, il primo settembre, i vincitori possano prendere servizio nella scuola accaparrata dando il via a tutte le attività dell’anno scolastico ed ha luogo nell’aula magna dell’istituto superiore più grande della città.
C’è da aggiungere che le cattedre che arrivano all’asta sono i rimasugli dei residui di tutte quelle che, da luglio in poi, via via vengono messe a disposizione e vanno prima a chi (invidiato da tutti gli altri) entra in ruolo ed ha, pertanto, un contratto a tempo indeterminato e poi ai docenti in assegnazione provvisoria (cioè coloro che, in ruolo in qualunque altro posto, decidono, per un anno o più di uno, di spostarsi di scuola o di provincia), quindi è facile immaginare quali e quante ve ne arrivano.
Quest’anno, per cause di forza maggiore, ad esempio il sisma, tutto c’è stato un ritardo plateale, tanto che le nomine ci sono state ieri e l’altro ieri, ma soprattutto, vista l’inagibilità degli edifici scolastici, il rito dell’accalappia-cattedre, si è svolto dentro ad un tendone, luogo tutt’altro che inadatto, dato il circo a cui ha dato origine al suo interno.

Ci sono state scene che danno la misura di quanto i precari in generale, ma quelli della scuola in particolare, siano incazzati e disperati.
Personalmente, sono andata totalmente disincantata, dato che il mio posto in graduatoria non dava adito a nessun tipo di illusione, dal momento che il numero di cattedre rimaste non raggiungeva le due cifre. Però c’era chi ci sperava. Armato di stampe delle disponibilità e dell’elenco degli insegnanti, nonché della cartina stradale della provincia, si guardava intorno sperando ardentemente che chi lo precedeva, brillasse per la sua assenza e mal celando il proprio disappunto quando, al contrario, lo vedeva.

L’asta è stata preceduta da un preambolo degli impiegati del provveditorati, stanchi ed incazzati quando noi, ma comunque malvisti ed invisi perché possessori di un lavoro fisso, che annunciavano la presenza di aventi diritto alle agevolazioni della legge 104 e, cosa ancora più deprimente, la scomparsa, dall’elenco stampato di un altro paio di cattedre.

Dallo sconfortato uditorio partiva, ad ogni notizia, una peggiore dell’altra, un brusio pieno di doppie zeta, masticate tra i denti che lasciavano intuire la parola che maggiormente saliva alle labbra dei professori senza cattedra.

Va precisato che coloro che usufruiscono della legge 104 sono disabili o hanno un parente prossimo handicappato da assistere. Il vantaggio a risarcimento di tanta sfiga è il poter scegliere prima tra le disponibilità di cattedre.
Questo per dire che c’era gente che esecrava la sua malasorte che continuava a mantenere in perfetta salute lui ed i suoi cari.
Roba da non credere.

Con le mie stesse orecchie, ho sentito frasi tipo:
“Ma perché quella sta scegliendo ora? C’ha la 104? Ma che palle, un’altra!”
Ora si da il caso che io “quella” la conoscevo, visto che L’Aquila, tutto sommato, è una piccola città o un grande paese, che dir si voglia, e so che “quella” ha un figlio di due anni con un grave ritardo mentale e tutta una serie di problemi cardio-respiratori, causa di frequenti soggiorni in ospedale e bisognoso di assistenza continua.
Quanto avrei voluto chiedere alla stronza che ha pronunciato l’infelice enunciato se preferiva scegliere dopo o prima, ma vedere il suo bambino soffrire quotidianamente!

Vuoi vedere che, per colpa di tagli e taglietti al settore scolastico, che stanno falcidiando la categoria, stiamo diventando una massa di aridi infami, resi ancora più cinici ed egoisti da questo terremoto che, per una serie di motivi che non sto a spiegare, ha, quest’anno, ridotto all’osso le cattedre a nomina annuale?

O non è che già lo eravamo?

Mah….

2 commenti:

  1. Lo eravamo già, te lo assicuro io che ho partecipato per quindici anni a queste aste.

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  2. ... Meno male.. Pensavo che eravamo solo noi! Comunque, che tristezza..

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