martedì 20 luglio 2010

Non piango...

Non piango per dignità.
Non piango per orgoglio.
Non piango per decenza.
Non piango per evitare a tutti voi una scena patetica
Non piango per mancanza di forze e di energie che il caldo afoso mi toglie quotidianamente.
Non piango anche se ne avrei ben donde.

Specialmente per il fatto che sconfortanti notizie giungono dai precari-pubblici-a-tempo-determinato-con-contratto-appena-scaduto, ai quali non è stato rinnovato e quindi sono andati via, insalutati ospiti, come a noi già detto, ancor prima del buongiorno, dalla nostra responsabile, la scorsa settimana. Dunque, per la legge della similarità, anche a noi non verranno rinnovati.
Forse.
Ma non è detto.
Però adesso non si sa ancora.
Il fatto è che noi siamo pagati con i fondi di un altro settore.
Che per il momento ha liquidità disponibili.
Fino a dicembre.
Può darsi.
Diciamo che è quasi sicuro.
Quasi.
Poi è il caso di cercare altrove e di guardarsi attorno.

Cosa che io farei, anzi, faccio, con risultati assai meschini.
Come mai?
Una delle strade principali da battere con il mio titolo di studio è l’insegnamento.
Capirete bene che con la Marissstellassa al Ministero, c’è soltanto da metterci una grossa e rotonda pietra sopra.

Se, poi, non se ne fosse avuto sentore, vi dico che il nostro territorio, dopo il sisma, è al collasso economico e che l’unica cosa che si sta facendo è quella di aprire call center come se piovesse.
Premesso che io ODIO i call center sia per averci lavorato in gioventù, sia per aver visto il film “Tutta la vita davanti” , comunque, anche volessi, facendo di necessità virtù, lavorare al loro interno, dovrei superare una serie di scogli, non ultimo quello del “conoscere qualcuno per poter essere sistemato decentemente, perché funziona così e quindi…”.
Bene.
Io non conosco anima viva.
O meglio, conosco tantissima gente, ma nessuna tale da potermi “dare una mano”.

Ordunque, codesta è la situazione.
Io amo L’Aquila, con tutto il cuore, credetemi.
Ma il prossimo che mi dice: “Dobbiamo restare qui e combattere per far rinascere il territorio! Non possiamo abbandonare la città, ma dobbiamo lavorare e vivere qui!”, quando non siamo messi in condizioni di farlo, lo prendo a calci nel culo, specialmente se il medesimo è poggiato su una comoda e stabile poltrona, o su una ergonomica sedia incassata in una postazione dotata di pc e cuffiette!

3 commenti:

  1. Io amo tutto e tutti.
    Se uccido una zanzara, prima le chiedo scusa, le faccio presente "mi hai proprio rotto!", una volta sgnaccata, vedo la macchiolina di sangue, e mi dico: "ho ucciso il mio stesso sangue".
    I dannati che tu vedi assisi su poltrone o sedie ergonomiche, sono sangue della tua città, sono le zanzare aquilane, quelle tigre, quelle sciacallo, quelle avvoltoio, sono le zanzare jena.
    L'ho detto e lo ripeto: amo tutto e tutti.
    Le zanzare no, queste zanzare meno delle zanzare semplici.
    L'augurio sincero è che le sedie gestatorie da cui pontificano grattandosi la pancia, si trasformino in sedie a rotelle, quelle di un tempo, a spinta manuale delle ruote, perché anche un motorino elettrico sarebbe una concessione che non meritano.
    Coniglio, te l'ho già detto: non trovo più le parole per farti coraggio, non ho più il coraggio di farti coraggio.

    RispondiElimina
  2. .. Eh no, pietro!
    Non amare tutto e tutti! Devi fare una selezione.
    Non tutto e non tutti meritano il tuo amore, che è sicuramente sincero e profondo.
    Io sto selezionando. Scientemente e coscientemente.
    Ed oltre alle zanzare, ho smesso di amare molte altre cose epersone, per concentrare l'amore su chi davvero merita.
    So diventato un coniglio stronzo...
    Il coraggio, se uno non ce l'ha, non se lo può dare, come dice Don Abbondio.
    Io un po' ancora ne ho. Stanco, a volte perplesso, altre volte cazzuto. Ma ne ho..
    Spero basti!
    Un abbraccio conigliesco al mio micio preferito!

    RispondiElimina
  3. coniglio
    io non vedo altre soluzioni alla fuga, almeno momentanea,
    chi ti dice che poi tu non possa tornare?
    ma se la situazione è quella che racconti, prendi in mano quel coraggio che so che hai e prova ad andare via, io dico che ci sono posti dove si può trovare un lavoro, dove ci si può costruire una vita
    all'inizio ci si sacrifica, ma poi di solito si vedono i risultati

    mooolto tempo fa io l'ho fatto, poi è vero sono tornato ed ho avuto fortuna, almeno fino a poco tempo fa, però ho provato altre strade quando me la sono sentita.
    m'è andata bene.

    sono sicuro che ce la puoi fare!

    RispondiElimina