giovedì 14 gennaio 2010

La iettatrice

Valà che non riusciamo più neanche a godere di qualcosa di positivo..
Ormai siamo diventati diffidenti e sospettosi nei confronti di Madre Natura. Vedi tu che se abbassi un attimo la guardia, la stronza non ti prepara un colpo basso e mancino..
Per dire, dopo giorni di pioggia languida e diuretica, di freddo pungente come un ago da prelievo, di odioso quanto inutile nevischio, di ghiaccio liscio e lucido sulle strade che a momenti ti fa pattinare (senza pattini) se sei a piedi, mettendo a rischio svariate ossa del tuo scheletro, o sbandare verso auto o marciapiedi, se si è in macchina, l’altro ieri è uscito un bel sole che ha reso l’aria più tiepida di quanto ci si aspetti a qui a gennaio.
Ora, L’Aquila, prima del 6 aprile, quando ha avuto improvvisamente una notorietà mondiale, di cui, tutti noi avremmo fatto volentieri a meno, era nota, alle cronache metereologiche, per essere la città più fredda d’Italia, insieme alla ridente Bolzano.
Bene, il generale inverno decide di darci un attimo di tregua e invece di dire: “Meno male”, qui si pensa in modo nefasto.
Esco dall’ufficio per fumare una sigaretta (viziaccio viziaccio brutto…) e mi posiziono lucertolescamente in quello spicchio fuori ombra a scaldarmi un po’, con gli occhi chiusi ed il naso all’insù, quando una voce cupa e tetra, appartenente ad una collega che definirei melodrammatica, nonché iettatrice, mi penetra nelle orecchie portando fosche profezie:
“Fa caldo oggi. Mooolto caldo. Troppo.”
Incauta rispondo: “Per fortuna… Ci voleva un po’ di bel tempo.”
“Eh, non dire così… Sto leggendo un libro che paragona il terremoto di aprile a quello che devastò la città nel 1703. Sono uguali, stesse modalità, stessi tempi, stesso sciame sismico preparatore….
Sai che dopo la violentissima scossa ce ne fu un’altra dopo diversi mesi? E fu peggio della prima e fece molte più vittime perché i cittadini si erano tranquillizzati ed avevano ricostruito le case ed erano tornati ad abitarci? E comunque, questo caldo innaturale non è un buon segno… Pare che prima di una scossa si riscaldi l’aria. Non ricordi che giorno caldo fu il 5 aprile? Mmmmm…. Non mi piace……”

Bene. Detto fatto. Lo stesso pomeriggio, alle 14.35 ora locale, una scossa di magnitudo 4.1 muove per diversi secondi la sedia sulla quale ero sbracata mollemente, al primo piano di una delle abitazioni del progetto C.A.S.E (Complessi Antisismici Sostenibili Ecocompatibili), all’interno delle quali, detto per inciso, il movimento sismico è amplificato dal sistema di cuscinetti e piastre.
Epicentro? Sulle prime ho pensato che fosse esattamente sotto il mio sedere, poi ho saputo che era ad Ascoli Piceno, nel frattempo, però, ero cagata addosso, maledicendo contemporaneamente quella porta sfiga della collega.

E poi Haiti e quelle immagini. Che non posso, non riesco a guardare, perché mi hanno scaraventato indietro di nove mesi. Anche se credo che ai miei fratelli haitiani sia andata molto peggio che a noi. E voglio aiutarli per quello che posso.

2 commenti:

  1. Al di là di qualsiasi considerazione sulle disgrazie che perseguitano la vostra zona, che sarebbe purtroppo inutile, devi però veramente cercare di smettere di fumare.

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  2. Hai ragione, Prof.
    E tu pensa che a gennaio scorso avevo smesso di fumare... Ho ripreso dopo il sisma... Devo ammettere, però, che non sono fumatrice accanita... Diciamo che mi aggiro attorno alle cinque sei sigarette al giorno.

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