giovedì 30 luglio 2009

Avviso

“Gli alunni della classe XY che hanno foto recenti di I.R. sono pregati di mettersi in contatto con i suoi genitori i quali, avendo perso tutto a causa del sisma del 6 aprile, non hanno un’immagine della figlia da mettere sulla lapide.”

Questo avviso era affisso sulla porta della provvisoria segreteria di una scuola superiore della mia città, dove sono andata per chiedere informazioni per lavoro.

E mi è arrivato come uno schiaffo in pieno viso, violento ed improvviso.

Perché riporta alla mente, anche se ci si è distratti un attimo, tutto ciò che è stato. Talmente spaventoso, terribile e devastante, che ci saranno persone che avranno un volto soltanto nella memoria di chi li ricorderà

mercoledì 29 luglio 2009

Figura di ca... parte seconda

Il senno mi sta abbandonando.
Va bene che la situazione è quella che è e che dal sisma abbiamo cominciato un po’ tutti ad apprezzare quello che abbiamo e a non farci scappare le occasioni da sotto il naso, visto che bastano 22 secondi per perdere tutto, ma io mi devo dare una regolata.
Per esempio, la devo smettere di tagliarmi i capelli.
Primo perché prima o poi finiscono e rimango calva.
Secondo perché economicamente mi sto dilapidando.
Terzo perché così evito di inanellare figure di cazzo con il parrucchiere.

Dialogo di ieri:
-Ciao, passavo di qui per caso (bugiarda bugiardissima) e volevo sapere se venerdì posso venire a fare la piega-
-Ciao, mi puoi aspettare un attimo? Finisco qui e arrivo, così prendiamo appuntamento e lo segno sull’agenda.-
-Certo. Resto volentieri che approfitto dell’aria condizionata (io, rana dalla bocca larga ….)
- Va bene, puoi restare quanto vuoi, per me fino a domani – mi fa, accompagnando il tutto con sorriso più occhiolino.
(attento, che a volte prendo alla lettera …)
-Grazie-
-Prego. A proposito, è piaciuto il tuo nuovo taglio? Adesso ho la tua piena fiducia?
(ovvio. Piena ed incondizionata. Sposiamoci.)
-Sì sì, è piaciuto molto! Certo che hai la mia fiducia. Anzi, ormai sei il parrucchiere della mia vita (sono un’idiota, abbattetemi.). Anche quando tornerò a L’Aquila definitivamente, poi verrò a fare i capelli da te. -
Zac, sorriso smagliante con tanto di diamantino tattico applicatomi dal dentista…
-Ma che ci torni a fare a L’Aquila, dai, resta qui, con me!
EHHHHHHHHHHHHHH???????
Non me lo dire due volte, che stasera mi trovi con le valige sotto casa tua!

Sono uscita un po’ stupita dal negozio, francamente.
Però riflettendoci bene, credo di essere per lui una specie di cavia su cui sperimenta le novità.
Va bene, mi accontento. Da cosa nasce cosa.
Eppure lui è quanto di più lontano ci possa essere dai tipi che solitamente attirano la mia attenzione.
Mah---

Amuchina

Ho sviluppato una quantomeno insana dipendenza dall’Amuchina in gel.

Trattasi di un nuovo, insidiosissimo, prodotto da tenere in borsa che consente di disinfettare le mani senza l’uso del sapone, come una crema.
L’altro giorno l’ho trovata in offerta in un supermercato e, da massaia accorta quale dono diventata, ne ho comprate 4 boccette.

La dipendenza, ormai in stato avanzato, potrebbe derivare dal fatto che faccio avanti e indietro con l’autobus, giro x la città senza avere l’appoggio di una casa, di un bagno degno di questo nome, di un luogo dove fare le abluzioni necessarie dopo ore e ore passate all’aperto toccando di tutto (fuori da ogni malizia!).
Tuttavia ho il sospetto che un altro motivo sia il potere della pubblicità che me lo ha fatto conoscere.

Questa la fabula: una tizia cammina per strada, accarezza un cane, sale su un tram dove, per tutto il viaggio, è in piedi e si regge agli appositi sostegni lerci, preleva al bancomat digitando il codice su luridi tasti, maneggia i soldi, compra, tasta, smanaccia ovunque.
Poi si avvia verso i tavolini di un bar, ma prima di avvicinarsi, tira fuori dalla borsa la boccetta fatata, se ne versa due gocce sulle mani et voilà….. un secondo dopo appoggia le mani sugli occhi di un bono da urlo seduto ad uno dei suddetti tavolini e voltato di spalle, il quale, invece di spezzargli tutte le falangi perché, prima di fare questo gesto, chissà cosa hanno toccato, la prende tra le braccia e la bacia.

Ecco, diciamo che il bono da urlo ha avuto un discreto peso sulla mia dipendenza da codesto prodotto da banco.
Ma, lo ammetto, sono troppo sensibile alla bellezza.
Sono un’esteta, rincoglionita totale, ma esteta.

Figura di ca... parte prima

Mettiamo il caso che io trovi affascinante una persona, mettiamo il caso che tale persona sia il parrucchiere che io, coniglio sulla costa, ho trovato nella pseudo villeggiatura forzata, posso, forse, evitare una qualsivoglia figuraccia? No.
Appunto.
L’altro giorno vado per sistemare il taglio.
-Ciao-
-Ciao. Allora, ti accorcio i capelli come l’ultima volta?-
- Sì, grazie-
Pausa. Sguardo di lui sul mio viso, di fronte, profilo destro, profilo sinistro, di nuovo di fronte.
Imbarazzo mio. Silenzio suo. Cinque minuti di studio della mia fisionomia, poi:
-Anzi, no. Io ti farei tutto un taglio corto, spettinato, con le punte in disordine, un po’ più lungo dietro, con dei ciuffetti sulla fronte-
-???-
-Guarda che è un bel taglio. Lo sto studiando sul tuo viso! Ti fidi di me? Ogni volta che vieni, ti trasformo!-
Io, seduta sotto il suo sguardo, occhio ebete, labbra socchiuse, apro la bocca e…
-Tu puoi farmi tutto quello che vuoi!-
………. Terra inghiottimi!

Vantaggi??!!

28 luglio
Nell’ufficio dove siamo ammassati da maggio stanno facendo dei lavori di adeguamento sismico, al termine dei quali (la cosa è davvero esilarante) verremo spostati in conteiner, mentre l’edificio verrà destinato ad altro uso, credo scolastico. La cosa comporta alcuni fastidiosi disagi, come ad esempio il fatto che hanno staccato i collegamenti e siamo senza, elenco in ordine di importanza ed utilità, telefono, fax ed internet. O che le nostre orecchie sono costantemente esposte a rumori di trapani, martelli, picconi e ruspe, con conseguente caduta di tramezzi evocante sinistri ricordi del 6 aprile. L’indubbio vantaggio è però, quello di non sentire le scosse, dal momento che trema tutto costantemente.
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Riflettendo a mente lucida……….. Cazzo, ma non è un vantaggio!

Divisa a metà

Spesso dico che questa non è vita.

Parlo da coniglio sulla costa. Perché così ci chiamano.
E da coniglio sulla costa, ho sensazioni strane, a volte convulse, a volte dilatate. Non posso dire che mi manca la mia città, perché ci vado per lavoro. Mi mancano i luoghi della mia città, perché adesso lei non è più lei, ed io ancora non mi abituo a questo suo nuovo aspetto, dimesso, eppure pulsante e vivo anche da sotto le macerie che, a 4 mesi di distanza, sono ancora lì a ricordarci ciò che è accaduto, inutilmente, perché non potremo mai dimenticare.

Sono divisa a metà.
“Conigli sulla costa, lupi nelle tende”. Questo è lo slogan che circola ora, per distinguere chi non ha lasciato la città da chi, per i motivi più vari e personalissimi, è stato, nella maggior parte dei casi, costretto ad andare momentaneamente via.
Sono divisa a metà, perché dormo da coniglio e vivo da leone.

Sono divisa a metà perché, da coniglio, vado via verso sera da una città che ho sempre sentita mia, ma che ora non può ospitarmi per la notte, e da lupo, soffro in un luogo che non mi appartiene, ma che comunque si è aperto verso di me, verso di noi.

Sono divisa a metà, perché, come molti, ho perso tanto, tantissimo. La casa, gli oggetti, il mio quartiere, i vicini di casa che non ci sono più, le piccole e grandi abitudini, i luoghi di incontro, le attività avviate, i volti amici che non rivedrò, un piccolo intenso mondo che non si potrà ricostruire, dal momento che ciò che sarà in futuro non potrà mai tornare identico a ciò che era. Ma ho anche acquistato molto. Uomini e donne speciali che mi hanno dato tutto il loro appoggio, una forza di carattere che mi ha permesso, pur tra cedimenti momentanei, di non crollare definitivamente, una fame di vita che mi porta a non perdere occasioni e treni che non ripasseranno più, la consapevolezza che il destino mi ha fatto un regalo inaspettato, perché a pochi metri da casa mia, dalla quale sono uscita indenne, due palazzi si sono accartocciati su se stessi, inghiottendo 14 persone.

Sono divisa a metà, sono coniglio e lupo, lutto e gioia, disperazione e speranza, ma so che presto tornerò ad essere una sola, né coniglio, né leone, ma figlia d’aquila e dell’Aquila, dura d’esperienza e di corazza.