mercoledì 29 luglio 2009

Amuchina

Ho sviluppato una quantomeno insana dipendenza dall’Amuchina in gel.

Trattasi di un nuovo, insidiosissimo, prodotto da tenere in borsa che consente di disinfettare le mani senza l’uso del sapone, come una crema.
L’altro giorno l’ho trovata in offerta in un supermercato e, da massaia accorta quale dono diventata, ne ho comprate 4 boccette.

La dipendenza, ormai in stato avanzato, potrebbe derivare dal fatto che faccio avanti e indietro con l’autobus, giro x la città senza avere l’appoggio di una casa, di un bagno degno di questo nome, di un luogo dove fare le abluzioni necessarie dopo ore e ore passate all’aperto toccando di tutto (fuori da ogni malizia!).
Tuttavia ho il sospetto che un altro motivo sia il potere della pubblicità che me lo ha fatto conoscere.

Questa la fabula: una tizia cammina per strada, accarezza un cane, sale su un tram dove, per tutto il viaggio, è in piedi e si regge agli appositi sostegni lerci, preleva al bancomat digitando il codice su luridi tasti, maneggia i soldi, compra, tasta, smanaccia ovunque.
Poi si avvia verso i tavolini di un bar, ma prima di avvicinarsi, tira fuori dalla borsa la boccetta fatata, se ne versa due gocce sulle mani et voilà….. un secondo dopo appoggia le mani sugli occhi di un bono da urlo seduto ad uno dei suddetti tavolini e voltato di spalle, il quale, invece di spezzargli tutte le falangi perché, prima di fare questo gesto, chissà cosa hanno toccato, la prende tra le braccia e la bacia.

Ecco, diciamo che il bono da urlo ha avuto un discreto peso sulla mia dipendenza da codesto prodotto da banco.
Ma, lo ammetto, sono troppo sensibile alla bellezza.
Sono un’esteta, rincoglionita totale, ma esteta.

Nessun commento:

Posta un commento