mercoledì 29 settembre 2010

Promemoria..

La prossima volta che vengo invitata a partecipare, come uditore, insieme ad altri precari e per poi riferire ai colleghi, ad un tavolo tecnico tra amministrazione e sindacati, assistendo a scene da melodramma napoletano, con urla e strepiti ed ascoltando proposte di pseudo-vaga stabilizzazione che sa, neanche tanto lontanamente, di presa per il culo e dovendo, oltretutto, chiedere, in ufficio, un permesso personale da recuperare, devo sorridere, scuotere il capo e declinare la proposta con un cortese: "No, grazie".

martedì 28 settembre 2010

Intendiamoci..

Intediamoci… Non è che io non voglia aggiornarvi sulla situazione della mia città.
E’ soltanto che sto cercando di capirci qualcosa anche io.
No, perché veramente c’è una confusione costellata da dimissioni, proteste, nomine, contro proteste, occupazione ed interruzione del consiglio regionale da parte dei comitati cittadini, arresti di assessori regionali, incendi dolosi alla base di verdi pinete, i tentativi di noi precari di far conoscere all’opinione pubblica i nostri problemi, che fa sembrare L’Aquila un far west senza precedenti e senza fine.

Ma immagino che di tutto ciò nulla trapeli al di fuori dei tg e dei giornali locali e dunque che voi non ne sappiate nulla.
Che dire?

Innanzitutto che la faglia sismica non è più soltanto al di sotto del terreno che attraversa la città, ma c’è anche tra i cittadini e che la politica, che poi va ad incidere sulle decisioni inerenti la ricostruzione ed il futuro degli aquilani, è diventata un tifo da stadio, con slogan che rimbalzano da una parte all’altra.

Poi che in questi giorni è successo di tutto, a partire dalla nomina, voluta dai palazzi romani, di un ennesimo sub-commissario alla ricostruzione. Che dovrà essere pagato. Tanto. Dai contribuenti.
Per far cosa? Se un commissario (Chiodi, presidente della Regione) ed un vice commissario (Cialente, sindaco dell’Aquila) già ci sono?
Non sono stati in grado? Si destituiscono dall’incarico ed al loro posto si mette altra gente, presumibilmente più capace. Non si sovraccarica la macchina burocratica, già di per sé piuttosto farraginosa.
Che poi, tra l’altro, i commissari sono anche tenuti a gestire il denaro erogato.
Chi nominano? Un tizio, Cicchetti, condannato per mala gestione di soldi pubblici. Ah bene. La persona adatta.

Giustamente gli aquilani sono contrari. Non tutti, però, ma solo quelli della tifoseria di sinistra. Perché ci sono quelli della tifoseria di destra ai quali tutto va bene e gli altri sono ingrati.
I tifosi di sinistra (ma secondo me sono cittadini stufi e sdegnati, al di là dell’orientamento politico) decidono, quindi, di irrompere nella sala consiliare ed interrompere il consiglio regionale, per protestare contro la nomina del suddetto elemento.

Reazioni.
Curva Nord: “Che maleducati, che prepotenti, che persone indegne. Stanno facendo fare una pessima figura a tutta la cittadinanza di fronte alla nazione” (come se la nazione fosse informata di quello che succede qui)
Curva Sud: “Bravi, così si fa! Ci dobbiamo far sentire e non accettare imposizioni dall’alto, soprattutto tenendo conto del passato poco limpido di questo soggetto! L’Italia deve sapere!” (come se l’Italia fosse informata di quello che succede qui)

In seguito a ciò, il sindaco rassegna le sue dimissioni da vice commissario alla ricostruzione, perché, si sa, con troppo galli che cantano non si fa mai giorno. E già non si vedeva il primo vago chiarore dell’alba prima, figuriamoci ora.

Reazioni:
Curva Nord: “Era ora! Incompetente, incapace, inetto! Devi dimetterti anche da sindaco!” (Dimenticando che Cialente è il vice e che il commissario, in realtà, è Chiodi, di centro-destra, e omettendo di fare un qualunque nome di possibile sostituto del primo cittadino di cui chiedono a gran voce le dimissioni)
Curva Sud: “Bravo! Hai fatto bene! Ora, come sindaco, puoi opporti degnamente alle decisioni del governo!” (Speriamo..)

Nel frattempo, in tutto questo marasma, viene arrestato l’assessore regionale alla Sanità (e vi risparmio le reazioni delle due Curve infiammate), si sviluppa un principio di incendio, che risulta essere doloso, alla base di una collina, ricoperta da una pineta, sono iniziate le demolizioni dei palazzi da abbattere, Bertolaso viene interrogato dalla Procura dell’Aquila in merito agli appalti per la costruzione degli alloggi antisismici (ed anche qui vi lascio immaginare le tifoserie scatenate), noi precari tentiamo varie strade per non perdere il lavoro.

Ecco, io vivo qui.
Certe volte mi sembra di essere come la protagonista del film “Caterina va in città”.
Solo che la città è quella in cui sono nata e vissuta e, nello stesso tempo, non lo è più.

giovedì 16 settembre 2010

Figaro qua, figaro là

Berlusconi a “Le Figaro”:

"Poi c'è stata l'emergenza creata dal terremoto del 6 aprile 2009 in Abruzzo. In tempo record, abbiamo aiutato 65 mila vittime e la ricostruzione di un intera città per coloro che hanno perso le loro case. Abbiamo anche ricostruito tutte le scuole distrutte e assicurandoci che alla fine del 2009, tutti gli scolari e gli studenti potessero riprendere i loro corsi. Di fronte a una tragedia di questa portata, nessun altro governo al mondo ha raggiunto un tale risultato”

… e le fontane stillano champagne, il lupo dorme con l’agnello, nel fiumi scorre il miele, ogni cittadino ha un lavoro ben retribuito con il quale contribuisce al benessere della comunità, i bambini possono giocare nei verdi prati messi a loro disposizione, i giovani hanno luoghi di ritrovo allegri e pieni di vita, la sera si va a teatro o ai concerti, la felicità si irraggia dai volti degli abitanti... devono stare soltanto attenti a non toccare quell’albero di mele…

MA PER CORTESIA!!
E c’è chi gli crede ancora… Addirittura tra gli aquilani…

"Figaro qua, Figaro là, sparo stronzate di qualità, di qualità, di quaaaliiiiitàààà!"

lunedì 13 settembre 2010

Io precario

La settimana appena passata è stata vagamente convulsa e puntellata da avvenimenti non-sense e di tentativi, non riusciti, di rivitalizzate il piattume avvolto da pallitudine che mi circonda.
Innanzi tutto ho cercato di venir fuori dalla mia situazione di lavoratore precario con le seguenti azioni:
-invio del mio “curriculum vitae et studiorum” ad un caro e da me adorato amico di Monza, con la speranza che, nel cuor della Brianza, si possa realizzare il sogno di una stabilità lavorativo-economica. Per ora tutto tace. Occorre dare tempo al tempo e modo alle persone. Ed io, in questa persona in particolare, ripongo una fiducia cieca.
-consegna della domanda di partecipazione ad un concorso, per posti A TEMPO DETERMINATO, nella Regione Abruzzo. Mi rendo conto che tentare di uscire dal precariato facendo concorsi precari può sembrare, quantomeno, inconcludente, ma, come si dice, questo passa il convento.
Il giorno dopo aver presentato la domanda, però, vengo a sapere che i precari della Regione (eh già, perché, nonostante le varie e svariate stabilizzazioni, pare ce ne siano ancora, ed abbastanza inferociti) hanno fatto ricorso e quindi la procedura selettiva è stata bloccata.
Bon.
-presentazione della mia persona alle nomine per le assunzioni, A TEMPO DETERMINATO, di docenti per l’anno scolastico 2010/2011, dove eravamo 70 per 9 cattedre di sostegno dell’Area Umanistica della Scuola Secondaria di II grado di tutta la provincia (perché la Mariass sul sostegno NON ha tagliato… pardon riformato… no no.).
Dico solo che, per quest’anno, resto precaria dell’Amministrazione provinciale e non divento precaria del Ministero della Pubblica Istruzione.

Rileggendo quanto ho scritto fino ad ora, mi rendo conto di aver ripetuto troppe volte la parola “precario”, io, che odio le ripetizioni. Se vado a cercare i sinonimi, però, vengono fuori: “momentaneo”, “passeggero”, “transitorio”, “provvisorio”, “temporaneo”, “insicuro”, “incerto”, “dubbio”…. …… …… Oddio…
Ed allora lascio “precario”, lo ripeto affinché il concetto sia cristallino, e va bene così.

Ora vado a masticare il terzo Maalox della giornata.
Perché, dopo due concorsi nella stessa amministrazione, 5 anni di lavoro, spostamenti da un settore all’altro, altalena emotiva tra probabile rinnovo/proroga e rischio di essere buttati fuori, questi sono i commenti dei nostri concittadini, dopo una pacifica manifestazione:

http://www.ilcapoluogo.com/site/News2/Lavoro/La-Provincia-e-i-100-precari-in-mobilitazione

Dicono che qui è difficile restare, ma è ancor più difficile andar via.
Sulla prima parte della frase concordo pienamente.
Sulla seconda inizio a nutrire qualche dubbio….